sabato 14 gennaio 2012

Test scritto

Istituto Comprensivo di Sommariva Perno_ Scuola media di Corneliano d'Alba

Rosa Giulia                                                                  classe 3B                                                                           19-12-11
TEMA-TESTO ARGOMENTATIVO

Traccia 1
I videogiochi sono diventati sempre più diffusi e pericolosi tra i ragazzi. Negli ultimi tempi si sono verificati molti casi,anche in Italia,di bambini psico-dipendenti da questi "svaghi moderni" e,nonostante questo problema evidente,rimane chi sostiene che non siano pericolosi. Come si può considerare non dannoso per la salute un oggetto che ti esonera dai normali rapporti sociali,che ti rende aggressivo con chi ti sta intorno e ti porta a una forte dipendenza?
Ciononostante,le osservazioni di molti specialisti in questo settore sono a favore dell'utilità dei videogames.
Ma allora,i tanto temuti giochi elettronici sono pericolosi o no?

si o no?

Personalmente non sono una grande fanatica di elettronica in generale,esclusi cellulare e socialnetwork.
Ogni tanto,quando studio e vedo i miei fratellini che si divertono guardando la televisione,giocando alla wii o con la play,mi capita di invidiarli. In realtà poi,le poche volte in cui ho disposizione del tempo libero lo sfrutto per uscire con le amiche,giocare a calcio al campetto o leggere.
Ho capito che ho un profondo bisogno di trovare del tempo per me,che non sia inquinato da TV o console.
Proprio per questo mi ritengo fortunata,nel fatto di non avere la passione per i videogiochi,poiché la maggior parte di essi ti trasmettono un senso di violenza,sono diseducativi e ti allontanano dalla realtà. Che senso ha vivere per vincere,senza interagire con "persone in carne ed ossa" e senza provare emozioni vere,terrene e umane?
La dipendenza è una malattia sempre e comunque,indipendentemente da quale sia la causa scatenante,i videogames,proprio come le droghe,costruiscono un universo parallelo,che poco alla volta si amalgama con quello vero,fino a non capire più dove si trova la linea di confine e inducono i giocatori a pensare di poter sopravvivere solo seguendo le regole di quel gioco.

Chi non ha mai provato questi bisogni non ne può capire le conseguenze,ma ci sono storie che possono aiutare a farsene un'idea,come questa:

Bimbo drogato dai videogiochi, i pannelli colorati lo guariscono IL CASO

Francesco 7 anni seconda elementare divorato dalla febbre dei videogiochi. un bambino di Treviso


TREVISO . Francesco, 7 anni, seconda elementare, divorato dalla febbre dei videogiochi, annullato da un computer. A un certo punto il bisogno di nuove immagini e stimolazioni luminose era arrivato a fargli superare abbondantemente la "dose media giornaliera", costringendo i genitori a regalargli un programma ogni 24 ore. Colto dall'ansia di dover "vincere" ancora, si svegliava anche di notte, di soprassalto, e si ripiazzava davanti al video, gia' tenuto acceso per cinque,sei ore durante il giorno. I genitori hanno continuato ad assecondarlo per mesi, ma non sapevano che Francesco era malato. Era diventato un video-tossicodipendente. Affetto da alienazione da videogame. Un caso, il suo, disperato, anche se alla fine e' stato risolto. Il bambino e' stato guarito da un neuropsicologo che ha combattuto le immagini sul loro terreno. Il medico ha tappezzato la casa di Francesco di pannelli colorati con la scritta "game ove", il gioco e' finito, e il gioco e' finito per davvero. Il caso di Francesco . tra le prime vittime dei videogame in un' Italia sempre più' popolata dai giochi elettronici . e' stato diagnosticato e curato da Daniele Pauletto. Francesco aveva perso il contatto con la realta' , subendo quella che viene definita "emiatrofizzazione telematica". Traducendo, l' atrofia del lobo temporale sinistro, quello che sviluppa la dimensione critico-razionale dell'individuo. Un' atrofia causata dalle sollecitazioni provocate dal bombardamento delle coloratissime immagini dei videogame sul lobo destro, quello che crea le emozioni e il piacere. Ad accorgersi che nel bambino qualcosa non andava era stata la maestra. A scuola Francesco non comunicava più con i compagni, era diventato sempre più introverso, alcuni giorni si rifiutava di parlare. Per questo l' insegnante, allarmata, aveva contattato i genitori, e, saputo della segreta passione dell'alunno, aveva deciso di rivolgersi a Pauletto, medico che qualche anno fa aveva scoperto il primo malato di "febbre da telecomando" in Italia.

Alessandro Russello
Corriere della Sera


Sono vicende inimmaginabili,nessuno penserebbe mai che un bambino si possa ammalare per un gioco,invece quello di Francesco non è l'unico caso di videodipendenza,fenomeno diffuso no solamente tra i più piccoli,ma che ha spesso visto come protagonisti anche sedicenni e diciassettenni.
Un evento ,che invece mi ha colpita da molto più vicino,è ciò che accaduto a mio fratello Matteo:quattro anni e passa la giornata guardando i cartoni animati,giocando al Nintendo wii o alla Play Station. Proprio questa è stata la causa dei suoi strani comportamenti. Lui,abituato a imitare suo fratello più grande,ha imparato a usare i videogiochi e ha finito col divertirsi anche da solo.
Sant Andreas è un gioco estremamente violento,sempre inserito nella console di casa(nonostante in realtà sia vietato ai minori di 18 anni) che ha provocato in Matteo quei "comportamenti poco gentili nei confronti dei suoi coetanei" di cui ha parlato la sua insegnante della scuola materna.
Solo dopo aver sentito queste parole mia madre si è decisa ad ammettere che quelli non erano giochi adatti a un bambino di quell'età e ha provato ad eliminare quella che per Matteo si stava trasformando in una dipendenza.
E' vero che molti psichiatri inquadrano i video giochi come strumenti educativi che aiutano lo sviluppo dei riflessi,la capacità di ragionare e scegliere sapendo di avere poco tempo a disposizione.

Riporto qui le parole di un esperto:
Videogiochi: consigliati oppure da evitare?

Il videogioco si sta oggi rivelando senza dubbio una delle grandi realtà emergenti nel mondo dell'infanzia e piccoli e meno piccoli dedicano a esso sempre più tempo e attenzione. Ne parliamo con la psichiatra Maria Cristina Razzini di Milano.
Nel videogioco non mancano gli aspetti positivi<<E' stimolante>>, sottolinea la dottoressa, << aiuta il piccolo a livello di riflessi,di interpretazione, di analisi e di ragionamento. Si tratta senza dubbio di un passo avanti rispetto alla televisione. Infatti richiede un la partecipazione attiva del bambino:lo "interroga",gli pone quesiti da risolvere,lo spinge a ragionare e a fare delle scelte. Stimola anche la fantasia perché il piccolo si immedesima nel protagonista e lo fa agire di conseguenza: è lui che ha in mano la situazione. C'è una bella differenza al modo passivo e solitamente del tutto acritico con quale si "subisce" la televisione>>.
Il pericolo è la dipendenza. Quando il videogioco si trasforma in una "droga", della quale non si può più fare a meno.<<Il rischio è che a un certo punto il piccolo non sappia giocare con altro>>,spiega la dottoressa Razzini,<<si concentri per ore e ore sullo schermo,escludendo a poco a poco tutto quanto lo circonda. La sua stanza e i sui stessi familiari. Finisce che il piccolo sa giocare soltanto in funzione di uno schermo. Bisogna preoccuparsi quando il bambino resta solo chiuso per ore e ore nella sua stanza,"attaccato"al videogioco:è sintomo di un grosso senso di solitudine e di un desiderio di fuga dalla realtà familiare. E allora bisogna intervenire>>.
Molto importanti sono le alternative al videogioco.<<Le alternative possono essere altri videogiochi>>,sottolinea la dottoressa,<<per evitare la maniacale ripetitività,ma soprattutto le alternative devono essere altri giochi, altri modi di impiegare il tempo libero. Inoltre,in linea generale, è molto importante la presenza di qualcuno (il meglio sarebbe dei genitori) accanto al bambino impegnato col videogioco: questo per distrarlo da un' attenzione esasperata e costante, per fargli mantenere contatto con il mondo esterno e indurlo, a un certo punto, a smettere.
Oggi



Mi ritrovo d'accordo con ciò che spiega la Dottoressa Razzini sul fatto che anche i videogiochi,come ogni altra cosa del resto,hanno i loro pregi e i loro difetti e per poterli utilizzare senza rischi bisogna imparare a non esagerare.
I genitori dovrebbero essere i primi a porre dei limiti e a mostrare ai proprio figli altri divertimenti,una possibile soluzione sarebbe quella di far praticare al bambino sport che comporta un impegno notevole. Purtroppo non tutti sono disposti o a tali sacrifici e non tutti sono portati per un attività ginnica. Comunque sia,se non è uno sport, è importante che i ragazzi abbiano delle passioni a cui dedicarsi oltre ai normali "passa tempo".
Fondamentale è conoscere i pregi e i rischi che possono causare i videogiochi,poi tocca a ogni genitore decidere cosa è meglio per i proprio figli.




Rosa Giulia