Il 24 maggio 1915 il re Vittorio Emanuele III d'accordo con il governo dichiara guerra all'Austria.
L'Italia si era dichiarata neutrale fino a quella data anche se vi erano stati numerosi dibattiti e una frattura nell'opinione pubblica che era quasi sfociata in una guerra civile. La minoranza degli interventisti aveva avuto il sopravvento sulla maggioranza dei neutralisti. Nel 1915 si inizia subito a organizzare la produzione bellica, aumentando il numero degli stabilimenti destinati alla produzione di armi e prodotti ausiliari (divise, scarpe, coperte ecc), anche i lavoratori vengono assoggettati ad una disciplina quasi militari.
Vengono sospese tutte le conquiste sindacali a cominciare dal diritto di sciopero, soppresse tutte le norme contro gli infortuni, imposti orari di emergenza, una vera disciplina di guerra applicata a tutti. Mentre i contadini vengono arruolati e muoiono nelle trincee, gli operai vengono militarizzati, si torna a salari e orari insostenibili, la popolazione comincia a non avere più da mangiare a sufficenza e a vivere con grandi privazioni. Il generale Luigi Cadorna, comandante dell'esercito italiano tenta all'inizio una serie di attacchi che però falliscono miseramente, a questo punto le truppe vengono schierate sul fiume Isonzo e sull'altipiano del Carso, lì si combatte una durissima guerra di tricea che lascia al suolo tantissimi giovani soldati. Nel 1917 le truppe austriache sfondano le linee italiane a Caporetto e mettono in fuga migliaia di uomini per circa 150 chilometri. Solo dopo alcuni giorni riuscirono a fermare le truppe sul Piave. La disfatta di Caporetto suscita un'impressione sconvolgente nell'opinione pubblica italiana. Il generale Cadorna viene sostituito dal generale Diaz, il quale riesce a risollevare il morale ai soldati. Ora si deve solo combattere per un unico scopo:difendere la patria!
Gianluca Bergadano
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RispondiEliminaQuesto articolo mi ha colpito molto, perchè è impostato bene e la prima foto è bellissima. Complimenti a chi l'ha scritto.
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